Parto naturale… siamo sicuri?

Un parto naturale è l’esperienza di nascita che ti lascia in estasi.

 

Parto naturale. Una parola tanto conosciuta quanto spesso abusata e fraintesa.
E sì, perché oramai sotto questa definizione si intendono anche tante altre cose che proprio hanno nulla a che fare con il parto naturale.

La nascita dei miei figli è stata per me una grande iniziazione. Una grande possibilità di vivere da dentro il processo magnifico di co-partecipazione alla creazione della vita. Nonché di fiducia nella capacità innata del corpo femminile e del bambino di nascere.

Entrambi i miei figli sono nati in casa, nel bagno, per questo posso dire che è stato un vero e proprio suc-cesso!, e tutto si è svolto rispettando la nostra natura.

Quando racconto del parto dei miei figli, parlo di nascita naturale non assistita e lotus birth (viene chiamata così la nascita di un bambino quando non viene tagliato il cordone ombelicale. Siamo abituati ad attendere che il moncone cada, invece nel lotus birth quello che si stacca non è il moncone, ma tutto il funicolo ombelicale e, di conseguenza, la placenta). Le emozioni associate a queste parole sono per me di gioia, bellezza e intensità. Qualità che spesso ho sentito anche attraverso la voce di amiche e donne che hanno vissuto esperienze simili seppur ognuna in modo unico e speciale.

Come nei nostri per-corsi sottolineo più volte, le parole hanno un potere, una forza e veicolano un certo tipo di energia e di significati. Il significato dipende spesso anche dal contesto culturale e dalle conoscenze della persona.
Spesso alle stesse parole attribuiamo significati differenti.

Si dice parto naturale e si racconta di parto snaturato

Nel mio lavoro come psicologa, conduco anche colloqui con donne che si stanno preparando al parto e con altre che già hanno partorito da tempo, talvolta anche a distanza di molti anni. Sono colloqui molto intimi e verso cui ho particolare rispetto, attenzione e gratitudine, in quanto so quanta delicatezza e fiducia occorre alle donne per portare qualcun altro in uno spazio così personale.

Da alcuni racconti che emergono, risulta evidente il fraintendimento e l’uso improprio che viene fatto della parola “parto naturale”.
Queste le situazioni più frequenti in cui ci si riferisce al parto naturale, mentre di parto naturale non vi è nulla:

  • donne che hanno già partorito con parto “naturale” e che tornando indietro farebbero volentieri un parto cesareo.
  • donne che mi raccontano spaventate le esperienze di parto “naturale” che l’amica, la sorella, ecc.. ecc… hanno avuto. Terribili! Aiutandomi così a comprendere la loro emozione di paura.
  • donne hanno letto su internet e, peggio ancora, visto immagini di parti “naturali” che le hanno scoraggiate.

In tutti questi racconti emerge chiaramente il fraintendimento che c’è alla base della parola e dell’esperienza parto naturale.
Si intende con parto naturale il parto vaginale, ossia la fuoriuscita del bambino dalla vagina (cosa effettivamente che madre natura ha contemplato) senza però tener conto del contesto e del modo in cui questo avviene.

Parto naturale e parto vaginale. Un po’ di insiemistica

Lo dice la parola stessa: parto naturale ha a che fare con la natura e con il rispetto di essa.

Se tutti i parti naturali sono anche parti vaginali, non possiamo affermare il contrario. Spesso infatti i parti vaginali sono tutto tranne che naturali.

Quando ci sono flebo attaccate, fili per punti di sutura, lettini scomodi per la donna, spesso sono parti vaginali ma non naturali.

Parto… naturale. Nella parola stessa vi è la parola natura. Questo non significa che vengono considerati naturali solo i parti che avvengono all’aria aperta e in piena natura (cose che esistono), bensì parti che rispettino la natura e la fisiologia del corpo umano.

In natura una ghianda ha in sè tutte le informazioni utili per poter divenire una quercia. Basta che la ghianda sia messa in un posto per lei favorevole e poi con amore e cura cresce. Cresce sia con l’aiuto umano, sia -e talvolta sopratutto- cresce spontaneamente e nel suo habitat naturale.

Questa spontaneità ed inevitabilità fanno sì che la ghianda possa divenire una quercia. Non sarà mai nè un pero nè un ciliegio. Potrà divenire sempre e solo quercia. Per fare questo ha bisogno di un ambiente attorno favorevole e, cosa altrettanto importante, ha bisogno che l’ambiente intorno non ostacoli e disturbi il suo processo di crescita.

Similmente il corpo della donna sa partorire e il bambino sa nascere. Questo fa parte della nostra natura.

Come fare allora a capire quando si sta parlando di altro?

Il metal detector per individuare i parti snaturati

Tutte le volte che ci sono in gioco uno o più di questi elementi ci troviamo di fronte a un parto snaturato:

  • l’anestesia epidurale
  • le flebo attaccate che impediscono il movimento
  • i lettini scomodi che impongono un’unica posizione, comoda per chi assiste alla nascita, spesso scomoda per la donna.
  • sala parto fredda e asettica, con la luce sparata, piena di macchinari e fortemente medicalizzata
  • induzione del parto attraverso ossitocina sintetica
  • personale che va e viene senza tener conto dell’atto sacro che si sta svolgendo in quel momento
  • personale “Invadente e direttivo” che dice cosa fare e come fare interrompendo il processo spontaneo della nascita
  • episiotomia (il taglio del perineo durante il parto) e punti di sutura

Il parto naturale dovrebbe lasciarti in uno stato di benessere, di estasi, ma a volte le interferenze e il trattamento fanno svanire questa sensazione, lasciandoci impaurite o doloranti nel cuore rispetto al momento della nascita. Possiamo prendere coscienza che l’esperienza che abbiamo avuto è diversa da quella che avremmo voluto e riconciliarci con essa. In quel momento, con le nostre conoscenze e nelle circostanze in cui eravamo, quella è stata la migliore esperienza possibile per noi, oltre che l’esperienza che ci ha lasciate con lo straordinario premio della nascita di nostra figlia o nostro figlio. La lettura di questo articolo, tuttavia, potrebbe metterti su una strada di ricerca per il futuro.

Cosa fare per aprirti al tuo parto naturale

Su che cosa allora concentrarsi quando parliamo di parto naturale? Come ottenere di proteggere il parto affinché sia naturale?

  1. innamorati di te stessa, del tuo corpo, ringrazialo ogni giorno per tutto ciò che fa in modo automatico.
  2. evita di guardare documentari, film, video su gravidanza e parto che contengono in sè un’energia di paura e che ti spaventano
  3. ascolta esperienze di parti che ti portano serenità e ti danno forza
  4. scegli con cura le persone che vuoi attorno a te
  5. dialoga con il tuo bambino e dedicati il più possibile ad esperienze che ti danno gioia e nutrono la tua anima

 

di Simona Vanetti

Psicologa, artista, formatrice 

 

crediti immagine: Sanjasy su Pixabay

Seguici

Su